Le fasi fenologiche delle piante e i cambiamenti climatici. Comprendere i meccanismi di adattamento e la resistenza delle piante alle variazioni climatiche.
Fasi fenologiche, accrescimento, ritmo
Le fasi fenologiche rappresentano uno stretto legame tra piante e clima, identificano determinate fasi di accrescimento della pianta evidenti morfologicamente per il cambiamento delle strutture vegetali.
Le strutture vegetali generalmente presentano una fase di riposo vegetativo dove la pianta riduce al minimo i propri “consumi” per resistere alle condizioni climatiche invernali, questa è chiamata anche fase di dormienza; in molte piante questa fase è essenziale per soddisfare determinate condizioni tramite le quali la pianta si prepara alla fase vegetativa e riproduttiva.
Ma cosa c’è di evidente da osservare? Con le temperature primaverili la pianta ha un vero e proprio risveglio vegetativo dove iniziano ad evidenziarsi i primi mutamenti morfologici e cominceranno a palesarsi i fenomeni che caratterizzano la definizione delle fasi fenologiche.
Infatti queste possono essere individuate in specifiche fasi di crescita della pianta; riprendendo la scala BBCH descritta nell’articolo relativo (La scala BBCH, l’olivo e la vite) troviamo le seguenti fasi:
I cambiamenti climatici, come influenzano le piante?
In questo contesto possiamo capire come la variazione di determinate condizioni climatiche, specialmente nei periodi cardine di cambiamento delle caratteristiche morfo-fisiologiche della pianta, rappresenti un evento estremamente rilevante ai fini dell’accrescimento.
Il riscaldamento globale ha un’influenza evidente sugli organismi vegetali, molto più che sull’uomo.
Un esempio lampante è l’aumento delle temperature e l’allungamento dei periodi di siccità, che portano le piante alla riduzione delle potenzialità vegetative e produttive perché maggiormente stressate rispetto al passato, dove questi periodi venivano interrotti da piogge più frequenti.
Molte piante hanno bisogno del cosiddetto “fabbisogno in freddo” che, se non viene soddisfatto, rischia di compromettere la formazione delle gemme e degli organi utili alla produzione di nuova vegetazione.
Anche l’anticipazione della stagione vegetativa può portare a variazioni nei ritmi delle piante, anticipando, ad esempio, germogliamento e fioritura, che possono essere rovinate da improvvise gelate o possono avere accrescimenti anomali per mancanza delle ore di luce necessarie all’accrescimento.
Citando Diez etal.“Inoltre, l’aumento della temperatura media primaverile può determinare una ridotta emissione di polline e picchi giornalieri di molto superiori ai 30 °C potrebbero causare aborto dell’ovario”. Inoltre in uno studio condotto da Moumir e Monji (2015) si è visto come le temperature miti causino un aumento delle popolazioni di mosca, peggiorando così anche le condizioni fitosanitarie delle piante (1).
Lo scenario che si presenta non è dei più rassicuranti, poco si è fatto fino ad ora per contrastare con forza i cambiamenti climatici; qualche spiraglio si sta vedendo con l’adozione di pratiche sempre più rispettose dell’ambiente e che mirano alla sostenibilità dei processi produttivi.
Le piante, ad ogni modo, hanno i loro meccanismi di adattamento e sono capaci di resistere anche a variazioni drastiche. Le piante stesse rappresentano una delle soluzioni ai cambiamenti climatici, piantando di più e nelle giuste modalità le piante potranno sostenere un miglioramento dell’ambiente, sostenere loro stesse, e migliorare la nostra qualità di vita.
Scopri il video su questo tema del Dott. Fiorentino e tutti i video su questo tema nel nostro canale Youtube.
Potete contattare lo staff di Elaisian al seguente indirizzo e-mail: info@elaisian.com.
Fonte: 1. OLIVICOLTURA, n. 6/2017. Cambiamenti climatici: effetti e possibili soluzioni.