Sciami di locuste che ricordano le piaghe d’Egitto. Insetti di grandi dimensioni che colonizzano i terreni agricoli e divorano le nostre coltivazioni con danni di rilievo per produzione e qualità dei raccolti.
Già da alcuni anni questi insetti stanno creando problemi alle coltivazioni, soprattutto in Sardegna.
Ma perché c’è questa presenza? Da dove vengono? E ci sono interventi risolutivi?
Andiamo a scoprirlo insieme.
Cosa è la locusta?
Il nome scientifico del patogeno è Dociostaurus maroccanus, detto grillastro crociato. Il nome volgare è dovuto alla croce sul pronoto, la porzione dorsale del primo segmento del torace degli Insetti.
L’insetto ha un colore rosso con macchie più scure. Maschi e femmine hanno dimensioni differenti, i primi misurano circa 28 mm e le seconde possono misurare fino a 35 mm.
Sverna come uovo nel terreno in strutture chiamate “cannelli” ed effettua una generazione all’anno.
Da aprile le uova si schiudono e danno origine alle neanidi nel mese di aprile e maturano gradualmente. Il volo degli adulti comincia nel mese di maggio, circa un mese dopo la schiusa delle uova e proseguono fino a giugno. È in questo periodo che avviene l’accoppiamento nelle ore calde della giornata.
Le femmine a fine ciclo depositano le uova in ooteche, circa due o tre, contenenti a loro volta 30 uova ognuno. La deposizione avviene nel luogo dell’anno precedente ma possono anche cambiare luogo di deposizione se trovano terreni compatti e aridi.
Possono colonizzare anche pochi metri quadrati con diverse migliaia di uova.
Le stagioni aride aumentano la possibilità di colonizzazione di determinate aree.
Da dove viene la Locusta
Originario del Marocco dove i fattori climatici e la conformazione del territorio hanno permesso. È diffuso ampiamente in Nord Africa, nell’Europa meridionale e nell’Asia occidentale.
In Italia la locusta colonizza le aree Centro meridionali e delle Isole. In passato già si sono verificate distribuzioni importanti del patogeno in regioni come Sardegna, Puglia e Campania.
Si sviluppa principalmente in aree non coltivate come gli incolti o i pascoli, soprattutto se la terra non è stata lavorata, distruggendo le ooteche.
Attacca diverse tipologie di coltivazione.
Cosa sta succedendo in Sardegna
La locusta può vivere in forma singola o gregaria, in questa seconda tipologia crea danni ingenti alle coltivazioni.
Ad oggi stiamo assistendo ad una invasione di questo insetto in Sardegna. In realtà in sardegna queste infestazioni si sono già verificate in passato. Nel 1946 invasero tutta la Regione e in quegli anni venne introdotto un predatore naturale, la Variabilis mirabilis, un coleottero che si ciba delle uova della locusta. In seguito a questo intervento si verificarono meno eventi del genere.
Negli anni ’80, in seguito ad un periodo arido, si verificò un altro evento con danni ingenti.
Il patogeno ha cominciato a diffondersi nei comuni del nuorese ed oristanese e si sta espandendo velocemente anche in altre aree.
Dal 2019 al 2021 le popolazioni si sono estese creando ogni anno danni maggiori, oggi risultano colonizzati circa 30 mila ettari. Poco è stato fatto fino ad oggi ed attualmente sono stati messi in atto alcuni interventi fitosanitari portati avanti dalla Regione con l’Agenzia Laore e in collaborazione con aziende private.
Spesso si notano estese superfici coperte interamente da questi insetti che possono spostarsi fino a 40-70 Km dal luogo di sviluppo.
Interventi
In passato come detto è stato usato un predatore naturale, il coleottero Ia Variabilis mirabilis, che ha portato ad una riduzione del Dociostaurus maroccanus. Ad oggi sembra che questo non abbia più lo stesso impatto nel controllo di questo patogeno, probabilmente favorito dai cambiamenti climatici a discapito del coleottero predatore.
Sicuramente gli interventi a minor impatto sono quelli agronomici, già utilizzati con efficacia in passato. Di estrema importanza le lavorazioni del terreno soprattutto nelle porzioni marginali dei campi.
Si può optare per arature e dissodamento in zone molto colpite. Oppure si può intervenire con lavorazioni superficiali in autunno primavera per eliminare e distruggere le ooteche.
Sarebbe funzionale coltivare le superfici incolte e rinnovare i prati ed eseguire le lavorazioni del terreno soprattutto nei terreni esposti a Sud ed incolti che tendono maggiormente all’aridità.
Come detto l’Agenzia Laore sta intervenendo con trattamenti a base di deltametrina su uova e individui giovanili seguendo protocolli di Integrated Pest Management o Lotta Integrata.