In Italia esistono numerose forme di allevamento che differiscono tra loro per le tradizioni vitivinicole regionali e locali. Diverse sono le classificazioni esistenti, alcune di queste sono relative all’altezza da terra dei rami a frutto, alla direzione nello spazio, al tipo di potatura, all’utilizzo di tecniche di viticoltura tradizionale o moderna.
Le forme di allevamento e le loro evoluzioni con il progredire delle conoscenze in viticoltura, hanno permesso di aumentare qualità e quantità di prodotto riducendo i costi di gestione.
Anche il clima, le condizioni pedoclimatiche, i vitigni, le cultivar e i portinnesti hanno influenzato nel tempo le forme di allevamento.
I principali sistemi di allevamento sono:
Alberello, Guyot, Capovolto o alla cappuccina, Cordone speronato, Sylvoz, Casarsa, Geneva Double Curtain (GDC), Cotina semplice, Pergola, Tendone. Di seguito ne verrà fatta una breve descrizione.
Allevamento ad Alberello
È una forma di allevamento con accrescimento libero, privo di sostegni. Utilizzata in aree con particolarità ambientali che richiedono un allevamento basso della pianta (ad es. nel Nord Italia per i freddi invernali e in Sicilia per la presenza di periodi siccitosi).
Esistono varie forme di allevamento denominate alberello, che si differenziano a seconda del tipo di potatura che viene effettuata (corta, cortissima, lunga, mista). L’alberello è longevo perché si pota su legno giovane e per 3,5-6 m sviluppa creando diramazioni del fusto principale.
Generalmente hanno un tronco di 30-40 cm con inserzione a 3-4 branche, 1-2 speroni e 2-3 gemme. Sesti d’impianto stretti 1×1 o 1×2, per densità elevate (fino a 1000 piante/ha). Carica di gemme generalmente bassa (40.000 – 55.000).
La potatura è in genere corta. La produzione, pur risultando ridotta, presenta sempre alta qualità e gradazione.
Allevamento Guyot
Questa forma è adatta per aree dove la vite ha ridotta espansione.
Questa forma di allevamento richiede dei sostegni alti almeno 2 m e distanti 5-6 m con 3 fili, uno all’altezza del capo a frutto e gli altri due al di sopra, per sostenere la vegetazione annuale.
Presenta un tronco di circa 100 cm. Seguendo il Guyot semplice, annualmente, con la potatura invernale, viene mantenuto un tralcio per la produzione (con 8-10 gemme), detto capo a frutto, ed uno per il rinnovo, detto sperone o capo a legno (con 1-2- gemme), infatti le gemme daranno vita a un tralcio a frutto e a un tralcio che diventerà lo sperone.
Per il Guyot semplice si possono individuare 3 tipologie di taglio: taglio del passato, taglio del presente e taglio del futuro.
Esistono diverse tipologie di Guyot: semplice e doppio, capovolto, doppio capovolto, alla cappuccina e a palmetta speronata.
Questa forma necessita di diversi interventi a verde (sfogliatura e diradamento). Permette una buona ventilazione ed esposizione alla luce. Adatto per vigneti collinari anche mediamente fertili.
I sesti d’impianto variano da 1-2,5 m tra i filari e 0,80-1,5 m sulla fila.
La densità d’impianto varia dai 2800 agli 8000 ceppi/ha; la normale carica di gemme va da 50000 a 80000 gemme/ha.
Allevamento Capovolto o alla cappuccina
Viene utilizzato maggiormente in vitigni vigorosi su terreni fertili.
Deriva dal Guyot, presenta un tronco alto fino a 2 m sostenuto da pali alti fino a 2-2,5 m, con distanza sulla fila di 5-6 m; circa 5-6 fili di sostegno sorreggono i tralci produttivi verso il basso e la vegetazione verso l’alto. All’apice del fusto si inseriscono il capo a frutto, che viene piegato, e lo sperone.
Può essere gestito con metodi diversi, rendendolo adattabile a diversi tipi di terreni.
I sesti d’impianto sono 2,5-3,5 m tra i filari e 1,5-2,5 m sulla fila, per una densità d’impianto di 1200-2500 piante/ha; la carica di gemme è di 80000-100000 gemme/ha.
La potatura è identica al Guyot.
Cordone speronato orizzontale
Adatto per aree con media fertilità dove la vegetazione può essere contenuta dalle condizioni pedologiche. Utilizzato spesso in collina.
Impalcatura identica al Guyot.
I sostegni sono costituiti da pali di 2-3 m di altezza, posti a distanza di 8-10 m, che sorreggono 3 fili, uno all’altezza del cordone permanente, e gli altri due più alti per sostenere la vegetazione.
Il cordone speronato è costituito da un tronco alto 60 -120 cm, che si prolunga orizzontalmente lungo il primo filo utile in un cordone permanente di 1-2 m, sul quale sono inseriti, a una distanza di 15-30 cm, speroni con 2-4 gemme.
Il sesto d’impianto varia dai 2-3 m tra le file a 1-2m sulla fila; la densità d’impianto varia dai 1600 ai 5000 ceppi/ha, con cariche di gemme pari a 60000-80000 gemme/ha.
Allevamento Sylvoz
Diffusa nelle zone fredde e umide di pianura; per vitigni vigorosi che necessitano terreni con buona fertilità. Tale posizione aumenta anche l’assorbimento di luce con aumento del contenuto zuccherino ed aumento della differenziazione delle gemme a fiore.
Anche questa forma necessita di sostegni alti 2,5-3 m fuori terra e distanti 5-6 m tra di loro, con 5-6 fili dove vengono distribuiti i tralci in basso, il cordone mediano e la vegetazione in alto.
Il fusto è alto 1,5-2m e prosegue in un cordone permanente (2-3m) sul secondo filo utile, sul dorso sono presenti capi a frutto con 7-8 gemme (distanza tra loro 15-30 cm) che vengono piegati e legati al primo filo sottostante, imitando il doppio capovolto.
I tralci vengono rinnovati annualmente, utilizzando un tralcio formatosi da un breve sperone che viene curvato.
I sesti d’impianto sono di 2,5-3,5 m tra le file e 1,5-3 m sulla fila, con densità d’impianto di 850-1600 viti/ha; la carica di gemme è di 80000-150000 gemme/ha.
In Friuli viene utilizzato il Casarsa, una variante del Sylvoz dove i capi a frutto vengono mantenuti liberi e non vengono legati al primo filo.
Geneva Double Curtain (GDC)
Creato negli Stati Uniti per incrementare la meccanizzazione dei vigneti, utilizzato molto in Emilia-Romagna.
È un sistema a doppia cortina con vegetazione formante due pareti verticali, ricadenti negli interfilari adiacenti.
Il fusto è alto 1,7 m ca. e presenta due cordoni orizzontali permanenti con speroni verticali (distanti ca. 1,5 m).
Sostegni costituiti da pali di 2 m ca. di altezza e distanti 3,5-6 m. A circa 1,6-1,8 m sono presenti due pali mobili (braccioli) utili ad ampliare l’angolo tra i cordoni; all’estremità dei braccioli vengono fatti scorrere due fili di grosso diametro: la vite viene allevata in verticale, fatta scorrere lungo i braccioli e quindi legata ai fili esterni, dove si formeranno i due cordoni permanenti.
I sesti sono di 4 m ca. m tra le file (per passaggio della vendemmiatrice) e di 1-1,5 m sulla fila.
La densità di piante può raggiungere le 2000 piante/ha, ma in terreni collinari con file binate si raggiungono densità di 4000-5000 piante/ha; la quantità di gemme/ceppo varia tra le 80000 e le 100000.
Con la potatura vengono eliminati i tralci produttivi dell’anno, vengono invece selezionati i tralci originati dagli speroni o alla base dei capi a frutto.
I grappoli saranno posizionati esternamente al tralcio facilitando la raccolta meccanica.
Una variante di questa forma è la cortina semplice.
Pergola e tendone
La prima è una forma orizzontale o inclinata usata in terreni fertili e soprattutto al Nord Italia, ricordo la pergola Trentina e quella Veronese, offre riparo dai venti e dal forte irraggiamento estivo.
Il tendone è la tipica forma a tetto utilizzata principalmente per l’uva da tavola.