Premettiamo che la previsione produttiva sulla vendemmia 2022 è di circa 65 milioni di quintali, che porteranno alla produzione di 50,27 milioni di ettolitri, in linea con la produzione dello scorso anno che si attestava a 50,23 milioni di ettolitri. Tale dato si attesta a circa +3% sulla media del quinquennio 2017-2021.
Per quanto riguarda le esportazioni, secondo l’Osservatorio dell’Unione italiana vini (Uiv), l’Italia ha chiuso con una crescita del 12,6% vendendo 653 milioni di litri con un fatturato di 2,3 miliardi di euro. Tra le varie tipologie, gli spumanti hanno visto un importante aumento delle esportazioni aumentando del 15% circa.
In merito alle importazioni invece, i dati sono in calo già dal bimestre 2012-2013 diminuendo del 18% rispetto alla media quinquennale; nel 2021-2022 tale dato dovrebbe attestarsi intorno a 6,5 milioni di ettolitri, ossia -13% rispetto all’anno precedente. La riduzione principale è avvenuta per vini varietali e Dop.
A livello regionale si mantengono in testa Veneto e Puglia rispettivamente con 11,5 e 10,6 milioni di ettolitri; segue l’Emilia Romagna con 7,4 milioni di ettolitri. Queste tre Regioni producono da sole il 59% della produzione totale italiana.
In generale si osserva un aumento produttivo per alcune regioni come Sardegna (+15%), Toscana (+12%), Umbria, Basilicata, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige (+10%), Marche e Lazio (entrambe a +5%), Emilia Romagna e Campania (+4%), Veneto e Puglia (+3%).
Per quanto riguarda le Regioni in calo si evidenzia il forte calo avvenuto in Lombardia, pari al -20%, seguono Piemonte (-9%), Sicilia e Liguria (-5%), Veneto (-3%).
Si prevede una produzione stabile per Abruzzo, Molise, Calabria e Friuli Venezia Giulia.
Secondo l’Unione Italiana Vini per il 2022 la produzione mondiale di vino (esclusi mosti e succhi d’uva) è stimata tra il 257,5 e il 262,3 milioni di ettolitri, con un punto medio che si colloca quindi in 259,9 milioni di ettolitri.
In Europa la produzione si attesterebbe a circa 157 Milioni di hl, in crescita del 2% rispetto all’anno precedente, Italia e Francia al primo e secondo posto tra i produttori mondiali, rappresentando il 36% della produzione europea e il 60% di quella mondiale, segue la Spagna con 33 milioni di hl.
A livello mondiale USA con 23,1 Mio hl (-4%), Cile con 12,4 milioni di ettolitri (-7%), Australia con 12,1 Mio hl (-18%), Argentina con 11,4 Mio hl (-9%), Sudafrica con 10,4 Mio hl (-4%) e Brasile 3,2 Mio hl. Tra i Paesi produttori minori si rende noto come la Georgia abbia raggiunto il proprio record produttivo con 2,1 Mio hl (+2% e livello record),
In tutto il mondo l’andamento climatico ha avuto un andamento anomalo. Per quanto riguarda la qualità delle uve in Italia, il clima ha sfavorito la diffusione dei patogeni e in particolare dei funghi che, come sappiamo, si diffondono principalmente con umidità e piogge.
In alcuni casi la raccolta è stata anticipata per evitare attacchi in fase di pre-vendemmia dove non si sarebbero potuti effettuare trattamenti fitosanitari.
Nonostante la situazione descritta sembra che i vigneti italiani siano molto resilienti ai cambiamenti climatici. Difatti si prevede un’annata produttiva positiva sia in termini produttivi, a parte per alcune Regioni come detto in precedenza, che in termini qualitativi.
Innanzitutto le uve saranno caratterizzate da gradazioni potenziali medio alte e i contenuti in polifenoli delle uve rosse permetteranno un aumento di qualità per i vini da invecchiamento.
Difatti secondo alcuni rilievi eseguiti, le uve presenteranno un elevato contenuto di zuccheri e sostanze coloranti.
Fonte immagini: