L’olivo è una pianta tipica dell’area mediterranea. In quest’area coesistono diverse fasce climatiche ma, quelle più affini all’olivo, sono le temperature miti e costanti con temperature che non vanno sotto ai 5 °C c.a, ovviamente poi dipende dalla cultivar e da alcune condizioni microclimatiche. Difatti l’olivo vive bene nelle pianure e in zone costiere del centro Sud Italia.
L’olivo soffre le gelate, soprattutto le tardive primaverili che possono compromettere la produzione dell’anno. Sulle gelate avevamo dedicato un articolo lo scorso anno.
La nutrizione
Come sappiamo uno degli elementi più importanti nella crescita delle piante è la concimazione. Ovviamente questa deve essere ottimizzata e calcolata ad hoc per evitare di avere eccessi o difetti di elementi nutritivi.
Durante l’inverno possono essere eseguite le analisi del suolo, cercando di ottenere dei campioni da diversi punti del campo con specifiche tecniche di saggio. Inoltre esistono altre tecniche di analisi specifica tramite analisi fogliare e tecniche di analisi tramite calcolo delle asportazioni tramite raccolta e potatura; sarà così possibile definire gli apporti necessari per singolo elemento.
Durante l’anno le concimazioni verranno eseguite in differenti periodi a seconda degli elementi da apportare. In primavera viene distribuito esclusivamente l’azoto che viene assimilato velocemente dalle piante ed è necessario ad un corretto accrescimento vegetativo.
Questo potrà essere distribuito in un intervento in vari periodi: una soluzione può essere il frazionamento in tre periodi: post-produzione in autunno, limitando gli apporti per evitare rischi durante le gelate, in primavera al risveglio vegetativo/mignolatura e all’indurimento del nocciolo. Può essere eseguito anche in due interventi (2/3 a inizio primavera e 1/3 all’indurimento del nocciolo).
In media 1 tonnellata di olive asportano circa 900 g di azoto, 200 g di fosforo, 1000 g di potassio.
La potatura
Dalla fase di riposo fino all’inizio della primavera può essere eseguita la potatura. In passato venivano utilizzate tecniche che aumentavano l’alternanza di produzione poiché eseguite ad anni alterni e in maniera molto intensa. Oggi si tende ad eseguire la potatura annualmente eseguendo un minor numero di tagli. È stato così possibile regolarizzare le produzioni ed aumentare anche la qualità dei frutti stessi.
Il risveglio
I ritmi naturali sono essenziali, in seguito alla produzione annuale e con l’inizio dei primi freddi invernali l’olivo va in riposo. Ma cosa vuol dire?
In realtà le funzioni vitali restano attive ma è come se venissero messe in pausa e la pianta entra nel cosiddetto riposo vegetativo. Un po’ come un orso che va il letargo, riduce al minimo i consumi per mantenere al meglio le riserve nutritive interne e ridurre gli sprechi energetici ma, una volta terminato il freddo, si risveglia e torna a riattivare quelle funzioni necessarie ad una corretta vitalità ed accrescimento.
Ed è così che l’olivo consuma le sue riserve energetiche, presenti nella linfa, per riattivare la vegetazione.
Con l’aumento delle temperature si formano le nuove foglioline e le gemme aumenteranno di volume fino a produrre i germogli che formeranno la produzione dell’anno. Infatti da questi germogli si originano le mignole ossia i rami fioriferi che si svilupperanno per tutto il mese di aprile.
I patogeni
Nella stagione primaverile, con l’aumento delle temperature e con la presenza di umidità sulla pianta, si formano le prime generazioni di patogeni fungini, come occhio di pavone e lebbra) creando i primi focolai che andranno a infettare la pianta nei mesi successivi. Infatti per i funghi la primavera è il periodo di attività ed elevata virulenza.
Per quanto riguarda gli insetti principali abbiamo la mosca, questa produce le prime generazioni che saranno quelle che andranno a formare le generazioni dannose per le drupe, una volta diventati adulti. Il secondo patogeno di rilievo è la tignola che, durante la primavera, produce la prima generazione cosiddetta “antofaga” ossia che si nutre di fiori. Questa non risulta essere troppo dannosa per l’olivo.
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