Nell’olivicoltura contemporanea sono presenti molti patogeni endemici che sono oramai ospiti fissi degli oliveti e, se mal gestiti, possono portare ad ingenti perdite produttive.
Tra queste una delle più temute è la mosca dell’olivo (Bactroceraoleae). Presente costantemente sotto i 400 m slm, si verifica sporadicamente ad altitudini superiori.
Nel clima Mediterraneo può raggiungere sino a 3-4 generazioni, a seconda della stagionalità e del territorio in cui ci troviamo. In località con temperature più rigide può limitarsi anche a due generazioni.
Meccanismo d’azione della mosca dell’olivo
La mosca è un dittero che sverna come pupa all’interno delle olive cadute a terra. Durante la primavera si sviluppano gli adulti che saranno la forma biologica da monitorare ai fini del controllo di questo patogeno.
La mosca diventa pericolosa nel periodo di ingrossamento della drupa e in particolare risulta altamente pericoloso durante l’indurimento del nòcciolo. Da fine giugno-inizio luglio, la femmina depone le uova all’interno della drupa, praticando un minuscolo foro.
I periodi di maggiore sensibilità da parte dell’olivo sono in estate, durante la suddetta fase, e in autunno con le olive già sviluppate.
Le uova si schiudono dopo 3-6 giorni in estate e dopo circa 10 giorni in autunno, originando le larve che si nutrono della polpa. La schiusura delle uova dipende principalmente da temperatura e umidità. Le femmine depongono tra le 200 e le 300 uova; generalmente viene deposto un solo uovo ma negli anni di forte infestazione è possibile che vengano deposte anche due uova a frutto.
La larva attraverserà quindi altri due stadi vitali, a cui seguirà lo stadio di pupa che potrà completarsi nell’oliva oppure al suolo nel caso in cui l’oliva cada.
Le temperature ottimali si aggirano tra 16°C e 30°C con massima attività della mosca intorno ai 24-26°C. Le temperature limite per un corretto sviluppo delle generazioni sono di 9-10°C per le minime e 32-33°C per le massime. In queste situazioni all’incremento della mortalità delle larve si aggiunge l’arresto dell’attività riproduttiva degli adulti e dello sviluppo delle uova.
Danni e difesa per l’olivo
I danni principali sono direttamente collegati al frutto per l’attacco specifico del patogeno. Inprimis si ha la presenza di ammaccature, marciumi e necrosi sui punti di ovideposizione, questi rappresentano una via di accesso per altri patogeni come funghi e batteri.
Una volta sviluppata la larva, questa si nutrirà ai danni della polpa, scavando gallerie e portando a cascola precoce delle olive colpite.
Quando la larva sarà matura e si formerà l’adulto verranno creati dei fori di sfarfallamento; anche queste sono vie di accesso per altri patogeni e punti di necrosi sulla cuticola delle drupe.
L’azione del patogeno ai danni della drupa causa un’alterazione dell’olio per alterazioni biochimiche causate da aumenti di acidità, perossidi che porteranno a difetti organolettici.
Per quanto riguarda la difesa è sempre utile monitorare le popolazioni di mosca con le trappole per gli adulti che permetteranno di valutare la necessità di intervento.
Ad esempio per la lotta alla mosca i prodotti più utilizzati in biologico sono: prodotti rameici, piretro e spinosad.
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Fonti: Figura 1- www.cagliaripad.it
Figura 2- www.cisr.ucr.edu