Origine
Con l’innalzamento delle temperature e con l’aiuto delle piogge di fine inverno l’attività delle piante e dei microrganismi ricomincia il suo ciclo naturale. Nuova vita per le piante ma anche per i patogeni che trovano, ognuno con le sue esigenze, le condizioni climatiche ideali per il loro sviluppo.
La pianta di vite (Vitisvinifera) è in una fase di risveglio vegetativo, infatti le temperature minime costanti per il germogliamento si attestano a circa 10°C. Questo range di temperatura e la presenza delle piogge sono anche le condizioni ideali per lo sviluppo di uno dei funghi più temuti nel vitigno, la peronospora (Plasmoparaviticola).
Questo patogeno è originario dell’America, segnalato inizialmente negli USA nel 1834.
Alla fine dell’Ottocento, a causa dell’infestazione di fillossera che colpì le viti europee, vennero importate viti americane che furono, come spesso capita per gli insetti alieni, il veicolo primario di diffusione in un areale ideale come quello europeo. Il patogeno si è adattato facilmente alle nuove condizioni ambientali ed è diventata una delle malattie del vigneto più diffuse.
Meccanismo d’azione
Si possono distinguere due fasi di sviluppo del fungo: fase di infezione e fase di incubazione.
La prima viene attivata dalle condizioni climatiche favorevoli e rappresenta l’attacco primario; l’incubazione è il periodo che intercorre tra l’infezione e la comparsa dei sintomi.
Durante l’inverno i funghi rimangono in fase di riposo, così come le piante, in attesa di condizioni climatiche favorevoli. La peronospora forma delle colonie all’interno delle foglie già dalla tarda estate, dove continua il suo sviluppo. Sverna all’interno delle foglie cadute a terra.
La peronospora riesce a svilupparsi propagarsi grazie alla presenza di un velo d’acqua sulle foglie a terra e alla presenza di pioggia che le permette, grazie agli schizzi d’acqua, di raggiungere gli organi verdi della pianta. Raggiunte le foglie si svilupperanno all’interno degli stomi ed inizieranno a propagarsi tramite le infezioni primarie.
Da queste si svilupperanno le infezioni secondarie ad ogni evento piovoso di una determinata intensità.
Esiste una regola empirica detta dei “tre 10” che rappresenta un riferimento statistico importante per la comparsa e il calcolo delle infezioni primarie. I tre 10 sono:
- 10cm di lunghezza del germoglio: questo perché il patogeno possa avere un sufficiente substrato di propagazione e stomi abbastanza grandi dove svilupparsi;
- 10°C di temperatura minima costante, per la germinazione delle oospore e lo sviluppo degli sporangi (gli organi riproduttori);
- 10mm di pioggia in un range di 24-48 ore, per lo sviluppo degli sporangi e la diffusione delle spore sugli organi verdi.
Quindi le infezioni primarie sono causate dalle oospore, che producono gli sporangi. Le infezioni secondarie sono causate dalla produzione di spore da parte degli sporangi. Questi ultimi vengono mantenuti attivi con umidità relativa del 98% ca.
Le temperature ottimali sono tra i 22°C e i 25°C invece sopra ai 29°C le possibilità di infezione si riducono drasticamente.
Vari studi hanno dimostrato che il Nord Italia risulta normalmente più colpito di Centro e Sud Italia per le temperature più elevate e per le minori piogge.
Danni e difesa
Gli attacchi si verificano sulle foglie sui tralci erbacei e sui grappoli.
Sulle foglie giovani i primi sintomi sono riscontrabili sulla pagina superiore e consistono in zone decolorate, clorotiche, giallastre e traslucide dette a “macchia d’olio” per il loro aspetto.
Successivamente possono imbrunirsi e necrotizzare. Con elevata umidità è possibile osservare la presenza di muffa bianca sulla pagina inferiore, che rappresenta le strutture riproduttive del fungo. Elevate infezioni di peronospora causano la caduta delle foglie (filloptosi).
Nelle foglie più vecchie le infezioni estive portano alla formazione di numerose “macchie a mosaico” vicino le nervature.
I tralci erbacei possono essere attaccati dal nodo, per la presenza del fungo sul picciolo fogliare, e possono formarsi lesioni longitudinali con presenza di muffa bianca.
A partire dal tralcio potranno verificarsi le infezioni sui grappoli; con attacchi precoci in prefioritura/fioritura il patogeno può causare la deformazione dell’apice del grappolo con la caratteristica forma ad uncino ed imbrunisce (allessatura). Con presenza di condizioni ottimali può formarsi il micelio (muffa bianca) sull’intero grappolo e portarlo a deperimento con ingenti danni sulla produzione.
In post-allegagione il patogeno si sviluppa negli stomi degli acini facendoli deperire (acini fino a 2 mm), poi il fungo potrà penetrare solo dal peduncolo. Anche qui con le giuste condizioni si sviluppa la muffa bianca sull’intero grappolo.
Su grappoli ingrossati non si forma la muffa ma avviene una disidratazione degli acini.
La difesa deve avvenire principalmente tramite una corretta gestione agronomica, tra cui l’uso di forme di allevamento che permettano un arieggiamento della vegetazione, l’esecuzione di operazioni come cimatura e sfemminellatura (potatura verde) ed evitare l’eccessivo uso di azoto in concimazione.
I metodi di lotta chimici vengono eseguiti tramite l’uso di prodotti antiperonosporici rameici di copertura, esistono anche altri prodotti chimici che però hanno effetti negativi su ambiente e salute umana.
Le tecnologie hanno permesso un’evoluzione dei sistemi di monitoraggio e controllo dei patogeni.
Elaisian, grazie ai sistemi digitali di supporto alle decisioni, permette di anticipare gli attacchi fino a 10 giorni riducendo drasticamente il numero di interventi, valutando esclusivamente quelli necessari e riducendo anche i costi relativi a prodotti e manodopera.
Questo è possibile grazie all’uso di dati raccolti in campo dalle stazioni meteo, elaborati grazie ad algoritmi adattati alla peronospora e calibrati periodicamente, chee permettono agli agricoltori, grazie ad una WebApp con accesso privato, di avere sempre sotto controllo le fasi di sviluppo dei patogeni e poter essere avvisati nei periodi di maggior presenza del patogeno, avendo anche un supporto sulla decisione del periodo di intervento.
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Bibliografia/sitografia
– Uniss, Reg. Sardegna, 2015. LA DIFESA DEL VIGNETO DALLE MALATTIE CRITTOGAMICHE
– Buonanomi, 2014. Modelli epidemiologici per la gestione sostenibileper sostenibile delle produzioni vitivinicole