Agenda 2000 e la Riforma Fischler
Come descritto al termine dell’articolo “La storia della Pac, dagli anni ’50 agli anni ’90” la riforma MacSharry portò importanti mutazioni nella PAC, dovute principalmente al costo di bilancio ancora elevato, alla necessità di una integrazione maggiore tra i paesi europei e alla possibile partecipazione dei paesi dell’Est e alle trattative future nell’ambito della WTO.
La riforma venne chiamata Agenda 2000 ed ebbe un’elevata influenza sugli obiettivi della PAC, meno sugli strumenti. Poneva le basi dell’attuale mercato agricolo europeo ed era, citando Sotte (1997), “Un modello nel quale l’agricoltura deve assolvere innanzitutto la funzione di settore economico integrato in un mercato aperto e, al tempo stesso, deve rispondere ai principi della sostenibilità e della compatibilità con le componenti extra-economiche: territorio, ambiente, società”. Viene introdotto in questa fase anche il concetto di multifunzionalità con la diversificazione delle attività agricole verso l’agriturismo, le fattorie didattiche, la vendita diretta (Henke, 2004).
Ma la vera e propria diversificazione rispetto alle politiche precedenti fu la suddivisione in due pilastri:
- L’Organizzazione comune dei mercati (OCM) dei prodotti agricoli.
- La Politica di Sviluppo Rurale (PSR).
In merito al primo pilastro, con Agenda 2000 vennero ridotti ulteriormente i prezzi, migliorati i sostegni al comparto zootecnico e rinviate alcune riforme come quella lattiero-casearia.
Infine venne evidenziato il concetto di qualità, sia di prodotto che igienico sanitaria, in contrasto con la quantità, permettendo così l’affermazione sempre maggiore di prodotti certificati, di nicchia e tradizionali.
Con il PSR vennero valorizzate le aree marginali, come quelle montane, aumentò il turismo rurale grazie alla creazione di agriturismi e coltivazioni tipiche che riflettevano l’identità del territorio, aumentava sempre più l’attenzione per la sostenibilità ambientale ed il paesaggio come patrimonio comunitario.
La riforma Fischler nacque come revisione di medio termine di Agenda 2000, ma in realtà divenne una vera e propria riforma orientata soprattutto alla definizione degli strumenti di sostegno della PAC.
Gli obiettivi principali della riforma erano:
- Migliorare la competitività dell’agricoltura europea.
- Riorientare la produzione al mercato.
- Promuovere un’agricoltura sostenibile e socialmente accettabile.
- Rafforzare lo sviluppo rurale.
- Semplificare il regime di sostegno.
- Rendere la PAC più rispondente agli impegni assunti o da assumere in sede WTO.
Gli strumenti introdotti sono stati:
- Disaccoppiamento degli aiuti e istituzione del “regime di pagamento unico” (RPU) .
- Modulazione degli aiuti diretti.
- Condizionalità degli aiuti diretti.
Collegando gli obiettivi agli strumenti proposti, la riforma ha permesso una migliore competitività a livello europeo grazie alla riduzione e alla stabilizzazione dei prezzi per avvicinarli a quelli mondiali.
La promozione dell’agricoltura sostenibile orientata al mercato è stata possibile grazie al disaccoppiamento degli aiuti, non più orientati al prodotto ma ai produttori, aiutandoli verso le esigenze di consumatori e mercato.
È stato introdotto il concetto di condizionalità, essenziale per il rispetto dei requisiti in materia ambientale, di sicurezza alimentare, di benessere e salute degli animali, di buone pratiche agricole e ambientali.
Il mancato rispetto della condizionalità comporta la riduzione o la mancata erogazione dei pagamenti diretti.
In questa fase è stato anche rafforzato il II pilastro, il PSR, grazie alla modulazione degli aiuti diretti, riducendoli e spostando le risorse così liberate dalle politiche di mercato (I pilastro) alle politiche di sviluppo rurale (II pilastro), e alle misure di accompagnamento che hanno permesso l’ampliamento degli strumenti utilizzati.
La PAC 2014-2020
In completo parallelismo con gli obiettivi di Europa 2020, la Pac 2014-2020 ha posto alla base delle proprie politiche i due pilastri, le politiche di mercato e lo sviluppo rurale; più specificatamente nel primo rientrano due strumenti, i pagamenti diretti e le misure di mercato, nel secondo rientrano tutti gli strumenti dedicati allo sviluppo rurale.
Il primo pilastro viene finanziato dal FEAGA, il fondo europeo agricolo di garanzia, ed il secondo pilastro dal FEASR, il fondo europeo per lo sviluppo rurale.
Inoltre si poneva due obiettivi principali: la competitività delle aziende, tramite l’orientamento al mercato e il sostegno al reddito, e la remunerazione dei beni pubblici (non pagati dal mercato, come i beni ambientali). Tali obiettivi richiedevano il perseguimento di alcune azioni guidate da due grandi aree: il rafforzamento della condizionalità, in particolare dal greening, che ha permesso di valorizzare i benefici pubblici, ad esempio tramite i pagamenti agro-climatici ed ambientali, e la componente ambientale delle politiche di sviluppo rurale.
Sono state eliminate così le politiche di sostegno ai prezzi e di contenimento delle produzioni, rendendo il mercato più accessibile e competitivo.
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