Perché potare l’olivo?
La potatura dell’olivo ha un’importanza cruciale già dalle prime fasi di crescita della pianta ed una finalità imprescindibile in termini economici e produttivi futuri.
Le tecniche di potatura hanno l’obiettivo principale di formare e rendere produttiva la pianta, quindi per mantenerne bilanciate le caratteristiche produttive e vegetative, per mantenere la produzione costante nel tempo ed evitare fenomeni anticipati di senescenza della pianta.
L’olivo, come ogni pianta da frutto, viene piantato giovane e deve passare diverse fasi di crescita prima di giungere ad un livello di produttività utile ai fini commerciali.
Diversi sono i parametri che contribuiscono alla tipologia di potatura e sono rappresentati principalmente dal turno, ossia dagli anni che intercorrono tra una potatura e la seguente, dall’intensità, relativa alla quantità di vegetazione asportata, l’epoca di potatura, ossia la stagione dell’anno in cui viene eseguita.
La mancata potatura porta ad un accrescimento eccessivo della vegetazione a scapito della produttività e della costanza produttiva, quindi della convenienza gestionale ed economica.
Ovviamente anche il modo in cui viene condotta è importante, evitando tagli di elevato diametro e troppo vicini al tronco per evitare fenomeni degradativi.
Potatura di allevamento
I primi due anni di vita di un olivo vengono solitamente gestiti in vivaio ottenendo piante in vaso dove è già stato rimosso l’apice per indurre la pianta alla formazione delle ramificazioni laterali.
Una volta messa a dimora vengono eseguite le operazioni necessarie alla promozione di un rapido completamento della struttura scheletrica, per una precoce entrata in produzione e per la formazione di una struttura solida in grado di sostenere la chioma ed i frutti.
All’impianto si consiglia di eliminare solo rami bassi, rami sul fusto di elevato vigore, che andrebbero ad inficiare l’accrescimento delle altre ramificazioni, e le dicotomie, ossia le biforcazioni degli apici.
Durante i primi anni è comunque buona norma eseguire potature limitate poiché quelle intense andrebbero a ridurre la vegetazione, anticipando la fruttificazione a scapito della gestione architetturale e produttiva.
In questi anni sarebbe opportuno eseguire pochi tagli ed intervenire con torsioni, piegature e legature per orientare le ramificazioni.
Gli interventi cesori principali sono dedicati alla rimozione dei succhioni (ramificazioni dell’anno con forte dominanza apicale) in estate.
In seguito agli interventi di allevamento la pianta dovrà essere costituita da un tronco libero dalla vegetazione per circa 1,0 m di altezza ed un numero di branche sovrannumerario rispetto alle branche che comporranno l’architettura finale della pianta.
Queste vanno eliminate gradualmente fino al 4°-5° anno di età, tale scalarità risulta importante ai fini dell’accrescimento e per ridurre l’alternanza produzione.
Al termine della potatura di allevamento, tra il 3° e il 5° anno, e in base alla scelta della forma di conduzione scelta (vaso policonico, vaso cespugliato, globo ecc…), dovranno essere presenti 3-4 branche (ramificazioni principali) queste dovranno essere allevate con un angolo rispetto alla verticale di 35-40° in caso di raccolta meccanica con vibratore da tronco e di 40-45° in caso di raccolta manuale o agevolata (3). Tale intervento viene eseguito con l’ausilio di divaricatori che mantengono i rami nella posizione scelta.
In questi anni, come nei seguenti, si dovrà porgere particolare attenzione alle malattie dell’olivo, eliminando, se necessario, le parti infette.
Potatura di produzione dell’olivo
La potatura di produzione permette di mantenere la forma di allevamento scelta, il contenimento della chioma per regolare l’attività vegetativa e produttiva.
In una prima fase andranno eliminate le ultime branche sovrannumerarie e quelle vigorose originate dal fusto. Negli anni successivi saranno principalmente potature per mantenere in equilibrio la pianta.
Le modalità principali vedono una potatura equilibrata mantenendo una buona vegetazione ma asportando le ramificazioni deboli e poco vigorose.
Le chiome degli olivi vengono potate molto internamente per evitare ombreggiamenti eccessivi dell’interno chioma che andrebbe a ridurre la superficie utile all’assorbimento di radiazione luminosa, utile ai fini produttivi.
Come accennato in precedenza in questa fase è necessario eliminare le porzioni di pianta attaccate dai patogeni.
La potatura di produzione vede anche l’eliminazione dei polloni originati dal colletto della pianta (porzione del fusto vicino al suolo) e dei succhioni che crescono ogni anno sul dorso dei rami.
Quando sono presenti rami di elevato diametro da sostituire, perché malati o danneggiati, si dovrà intervenire con tagli di ritorno, eseguendo i tagli sulla prima biforcazione utile che sia almeno 1/3 della ramificazione che andrà ad eliminare. Tale accortezza permetterà l’accrescimento uniforme delle branche ed eviterà una drastica riduzione di produzione post-potatura.
Infine su alcuni esemplari sarà necessario operare tagli di diradamento e ringiovanimento al fine di rinnovare la vegetazione se lasciata abbandonata o se lasciata poco curata negli anni.
Si ricorda che se l’olivo è in equilibrio basteranno pochi tagli mirati e l’eliminazione della piccola vegetazione annuale per avere una produzione bilanciata.
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Fonte:
3) P. Proietti et al., Manuale per una potatura semplificata ed agevolata, 2008
4) www.agricoltura365.com