Il genere Olea L. include circa 40 taxa specifici e subspecifici (Besnard et al.; 2001), pari a circa circa 805 milioni di individui (Bastasin e Ceresa 1991), distribuiti in quattro continenti (Africa, Asia, Europa ed Oceania) (Besnard et al.; 2001), il 98% dei quali cresce nel bacino del Mediterraneo (Bastasin e Ceresa 1991).
Secondo il report ISMEA 2020, le imprese che producono olio di oliva in Italia sono circa 825.000, distribuite per una superficie di 1,2 Mln di ettari e con un fatturato complessivo di 3 Mld di euro. Di queste aziende solamente il 37% risultano essere in grado di sostenere la competitività del mercato. La grandezza media delle aziende olivicole in Italia è di 1,4 ha; per fare un confronto in Europa, in Spagna la superficie media è di circa 30 ha. Il consumo è sempre maggiore della produzione, infatti le importazioni hanno un peso importante sull’economia di settore e risultano necessarie anche per soddisfare la domanda interna. L’import nel 2019 valeva 1,4 Mld di euro e l’export 1,3 Mld.
L’olivicoltura europea conta circa 4 milioni di ettari, dove l’UE produce circa il 67% dell’olio di oliva mondiale. L’Italia e la Spagna sono i maggiori consumatori di olio di oliva nell’UE in termini assoluti, con un consumo annuo di circa 500.000 tonnellate ciascuna, mentre la Grecia registra il più grande consumo pro capite dell’UE, con circa 12 kg pro capite all’anno. In totale, l’UE rappresenta circa il 53% del consumo mondiale di olio di oliva.
In media vengono prodotte circa 3 milioni di tonnellate di olio di oliva nel mondo ogni anno. I paesi europei leader nella produzione di olio di oliva sono: Spagna al 38%, Italia al 12%, Tunisia al 10%, Grecia al 9% e Turchia al 7% (ISMEA, 2020).
L’Italia dopo un calo produttivo nel 2018, con 175.000 tonnellate prodotte, ha aumentato nuovamente i livelli produttivi attestandosi, nel 2019, a 365.000 t (si veda Figura I). Il dato è ancora basso rispetto alla media del decennio ma in netta ripresa (ISMEA, 2020). Per il 2020 si è registrata una produzione di circa 273.500 tonnellate in calo del 26% rispetto al 2019 (UNAPROL 2021).
Nel 2021, invece sembra che la produzione sia aumentata nuovamente, con il 15% in più rispetto al 2020, attestandosi sulle 315.000 tonnellate.
Il COI ha stimato, per l’annata 2021-2022, una produzione di circa 2,1 milioni di tonnellate nell’Ue.
Riguardo ai principali Paesi produttori, per la Spagna si prevede una produzione di 1,4 Mt, 0,94% in più rispetto all’annata 2020-2021; per l’Italia l’Ue stima una produzione di 300.000 t, ovvero il 9,5% in più; per la Grecia, al contrario, l’Ue stima una produzione di 230.000 t, con un calo significativo del 16,4%.
Secondo Confagricoltura tra il 2019 e il 2020 c’è stato un ribasso delle quotazioni degli olii di oliva; in particolare l’olio extra vergine ha subito un calo del 45%. Il problema della crisi del mercato olivicolo degli ultimi anni è dovuto al mantenimento di alte produzioni che corrispondono però a minori utilizzi, portando, secondo un’ultima previsione, ad uno stock di quasi 830 mila tonnellate, praticamente il doppio degli stock medi delle ultime cinque campagne.
In questo contesto, l’agricoltura 4.0, sta acquisendo un crescente valore sul mercato di riferimento. In particolare, l’innovazione digitale nell’agroalimentare – o Smart Agrifood – è ampia, si manifesta a vari livelli della filiera (dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare, passando per la trasformazione). Secondo Smart AgriFood il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 nel 2019 è stimato pari a circa il 5% di quello mondiale.
Oggi, attraverso l’Internet of Things (IoT o Internet delle cose) e i Big Data Analytics, l’Agricoltura di Precisione è in grado di fornire e gestire più informazioni, in maniera più accurata e tempestiva, permettendo di automatizzare processi ed attività produttive altrimenti non collegate. A conferma della crescente importanza del comparto, il mercato mondiale dell’Agricoltura 4.0 nel 2019 è stato stimato attorno ai 7,8 miliardi di dollari (+11% rispetto al 2020), quello italiano ne costituiva più del 5%. Ad oggi la superficie coltivata con strumenti di Agricoltura 4.0, secondo le stime dell’Osservatorio Smart AgriFood, è dell’ordine del 3-4% della superficie totale, e il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 è passato da 540 Mln di euro nel 2020 a 1,6 Mld di euro nel 2021, registrando una crescita di circa il 20% su base annua (figura 2) (Report Smart AgriFood 2022).