Il ragnetto rosso, nome scientifico Panonychus ulmis, e sono facilmente riconoscibili per la colorazione rossa, nonostante le piccole dimensioni.
In passato non rapresentavano un vero e proprio problema ma con l’aumentare dei fitofarmaci, selettivi per gli antagonisti naturali, è aumentato l’effetto negativo di questo patogeno.
È polifago, infatti è detto anche “ragnetto rosso dei fruttiferi” poiché può colonizzare anche piante erbacee, forestali e fruttiferi per l’appunto come susino, pesco, melo, pero, ciliegio, ribes e altri.
L’insetto
Come detto ha una colorazione rossa molto evidente. Gli adulti sono di piccolissime dimensioni; le femmine, di maggiori dimensioni, misurano tra i 0,4 e i 0,7 mm di lunghezza, con corpo ovale, rosso o rosso scuro con punti bianchi dai quali escono setole (peli) dorsali. Le femmine vivono dai 12 ai 18 giorni e depongono da 24 a 48 uova in 10 giorni. I maschi sono più piccoli, fusiformi, di colore arancione con macchie nere e lievi protuberanze.
Le uova sono sferiche, di 0,10-0,15 mm di diametro con striature longitudinali e una punta apicale. Le uova cambiano colore con la stagione, rosse di inverno e più chiare, piccole e meno pigmentate in estate. Lo sviluppo embrionale dura da 5 a 17 gg a seconda della temperatura.
Le larve sono rosse o arancioni e si sviluppano in 7- 12 giorni in base alla temperatura; si nutrono bucando la foglia e succhiandone la linfa. Le ninfe sono color oliva e tendono con il tempo alla colorazione dell’adulto.
Lo svernamento sulla vite avviene sottoforma di uovo al livello dei nodi, sui legni anziani o sul ceppo. Sui fruttiferi alla base dei rami dell’anno e sul legno vecchio, in corrispondenza di cicatrici, ferite del legno, all’inserzione dei rami e vicino ai germogli. D’estate vengono deposte sulle foglie.
Il danno provocato è dovuto alle punture del maschio e avviene sui germogli e sulle foglie che perdono lucentezza e assumono delle tonalità bronzee, successivamente disseccano e cadono. Inoltre le foglie attaccate presentano anche delle necrosi e decolorazioni punteggiate, tutto ciò provoca gravi filloptosi.
Compie tra le 6 e le 8 generazioni all’anno. Inizia il proprio ciclo in primavera con lo sviluppo degli stadi giovanili ai quali susseguono le generazioni, tutte nel periodo primaverile-estivo. Le infestazioni massime si registrano in piena estate, infatti tra luglio e agosto si rilevano popolazioni di elevate dimensioni.
In aprile avviene la prima schiusa delle uova che continuano a schiudersi seguendo l’andamento della temperatura e dell’umidità. Infatti le condizioni ottimali per la crescita del ragnetto rosso sono temperature ottimali tra i 23 e 25 °C con umidità relativa tra il 50 e il 70%. Ad esempio alte temperature e bassa umidità tendono a far morire le uova. A fine agosto inizia la deposizione delle uova per lo svernamento.
Danni da Ragnetto Rosso
Il ragnetto rosso attacca le piante grazie al suo apparato boccale provvisto di stiletto con il quale punge l’organo attaccato per succhiarne la linfa. Vengono attaccati inizialmente i giovani germogli e poi le foglie, riducendone potenziale vegetativo e limitata capacità di assorbimento della clorofilla.
I danni sono evidenti e risultano in un ridotto accrescimento dei germogli, con crescita stentata, e successivi peggioramenti delle condizioni delle foglie basali che vengono e deformate.
I danni più rilevanti sono quelli ai germogli poiché ne diminuiscono la produttività e la capacità fotosintetica. In seguito possono verificarsi danni alle foglie, come detto, con imbrunimenti, ingiallimenti e filloptosi anticipata. Anche qui viene ridotta la capacità fotosintetica con riduzione nell’accumulo di zuccheri.
Vengono così compromesse quantità e qualità delle produzioni.
Come difendersi dal Ragnetto Rosso
Dal punto di vista agronomico è possibile utilizzare antagonisti naturali appartenenti alla famiglia dei fitoseidi, dei coleotteri coccinellidi, eterotteri antocoridi ed altri.
In particolare i primi sono molto efficfienti e persistenti poiché svernano sotto il ritidoma della vite di due o più anni e si sviluppano su prede e cibi alternativi. Vengono eliminati con prodotti antiparassitari, quindi fare molta attenzione nel caso di interventi. Alcuni di questi però, in assenza di prede, possono parzialmente colonizzare la vite.
Per quanto riguarda il monitoraggio, questo deve essere eseguito dal mese di maggio con campionamenti delle foglie; si controllano le rosette fogliari sui getti corti, a giugno nella porzione mediana dei getti lunghi e tra luglio e agosto sul terzo superiore dei getti lunghi.
Come riferimento si può prendere la regola del 10:1, ossia il rapporto tra ragnetto rosso e antagonisti naturali deve essere circa 10:1. Sennò si dovrà intervenire con trattamenti specifici sulla base delle soglie di intervento rilevate in seguito ai campionamenti specifici eseguiti in campo.
Superate le soglie di intervento si potranno eseguire trattamenti con prodotti ovolarvicidi, adulticidi o miscele sulla base dei campionamenti eseguiti. Spesso non risultano necessari tali interventi poiché il patogeno viene efficacemente controllato dagli insetti utili e dagli acari fitoseidi.
Si consiglia sempre l’utilizzo contenuto di prodotti chimici, preferendo prodotti naturali e biologici.
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