Finita la vendemmia, si ricomincia…è proprio così, è il ciclo della vite.
Dopo la raccolta le temperature si abbassano e la pianta comincia ad organizzarsi per il riposo invernale. Inizialmente colora le sue foglie di giallo, arancio e rosso, quindi comincia a perderle, svuotando la pianta e riducendo al minimo gli sforzi energetici per la sopravvivenza. Le funzioni vitali non sono completamente ferme, anzi, in questo periodo la pianta si prepara lentamente alla ripresa vegetativa primaverile, ma comunque ha una vitalità molto lenta, quasi sospesa.
Questa fase è supportata dalla lavorazione fondamentale per la vite, la potatura.
Infatti già da fine dicembre o da gennaio, a seconda della posizione geografica, si cominciano le operazioni di potatura. Con questo intervento la pianta viene riportata ad una struttura per la massimizzazione della produzione per l’anno seguente. Viene lasciato il giusto numero di gemme e vengono eliminate le ramificazioni secche. La potatura viene eseguita anche fino a marzo.
Ed è a marzo che la vite risponde alle operazioni effettuate così, alla fine dei freddi, si verifica il famoso “pianto” della vite. L’arrivo delle temperature più calde permette alla pianta di riattivare l’assorbimento radicale e di richiamare apicalmente la linfa che, arrivata sui punti di potatura, comincia a gocciare lentamente fino alla cicatrizzazione dei punti di taglio, da qui il “pianto” della vite, costituito da sostanze minerali ed ormoni.
La pianta si ricarica con un’intensità del sole sempre maggiore ed è dopo il pianto che si verifica il germogliamento, l’inizio di una nuova stagione produttiva, l’origine della nuova produzione. In questa fase la linfa presente negli organi in sviluppo risulta talmente elevata che la presenza di gelate potrebbe causare l’aborto delle gemme e dei nuovi germogli per congelamento, da tenere perciò sotto controllo.
In questo periodo viene arieggiato il terreno, che permette il nuovo accrescimento radicale; inoltre con questa operazione vengono eliminate le prime infestanti nate con la nuova stagione.
In aprile, ove necessario si potrà intervenire con la palificazione del vigneto per permettere il miglior accrescimento della vite.
A maggio si procede con una seconda lavorazione del terreno, visto che le infestanti si saranno nuovamente sviluppate, e si provvederà ai primi trattamenti fitosanitari ove necessario. Ricordiamo che i patogeni possono ormai essere monitorati con i sistemi di agricoltura digitale come quello di Elaisian, permettendo la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e la riduzione dei costi da parte dell’azienda agricola.
Viste le buone temperature si sviluppano sulla pianta anche i cosiddetti “succhioni”, giovani tralci che, partendo dal fusto, tolgono linfa al resto della pianta e soprattutto alle porzioni produttive; oltre a questi si eliminano anche i polloni alla base del fusto. Viene quindi eseguita la scacchiatura per eliminare i germogli non uviferi, anche questi andrebbero ad assorbire la linfa a scapito dei germogli produttivi (uviferi).
Nel mese di giugno vengono legati i giovani rami ai fili degli appositi sostegni, per le viti a spalliera, eseguendo il cosiddetto “accollamento”. In questo periodo vengono eseguite altre due operazioni essenziali: la sfogliatura e la cimatura dei tralci. Questo perché la vite continua il suo accrescimento formando a volte aree estremamente fitte che ridurrebbero l’accrescimento degli acini e porterebbero ad una più facile formazione di muffe.
Tra maggio e giugno avviene la fioritura, in seguito alla quale avviene l’allegagione, ossia l’ingrossamento degli acini; i fiori non fecondati invece cadono a terra, originando il fenomeno della colatura.
Si potranno quindi valutare i tralci effettivamente produttivi o quelli che vedono una formazione esagerata di grappoli e che andrebbe a intaccare la qualità; per evitare ammassamenti infruttuosi si potrà procedere, tra luglio ed agosto, con il diradamento dei grappoli in eccesso, o malformati, andando ad eseguire un ulteriore intervento di pulizia della pianta.
Tra luglio e settembre potrebbe essere necessario intervenire nuovamente con trattamenti fitosanitari.
Nella fase che segue l’allegagione, i grappoli cominciano ad ingrossarsi e, tra agosto e settembre, si verifica la fase di invaiatura. In questa fase gli acini virano il proprio colore da verde fino al viola per le uve rosse e gli acini aumentano il contenuto zuccherino e la quantità di acido tartarico, diminuisce invece la quantità di acido malico.
Arriviamo quindi alla maturazione, fase in cui i contenuti di zuccheri e acidi sono in perfetto equilibrio raggiungendo la cosiddetta “maturità tecnologica”, i tannini le sostanze coloranti e molte altre sono estraibili, raggiungendo così la “maturità fenolica”.
La maturazione ha un andamento diverso a seconda delle cultivar, orientativamente ci vorranno circa 30 giorni per le varietà precoci e, 50-60 giorni per le varietà tardive.
Siamo quindi tornati alla raccolta, la fine di un anno di sforzi vede i suoi veri e propri frutti. Con gli acini al giusto grado di maturazione, differenziati a seconda della tipologia di cultivar, precoce media o tardiva, le piante vengono svuotate dei loro grappoli, che verranno inseriti nei processi di vinificazione o vendute come tali come una da tavola.
Alla fine della vendemmia si tagliano i lunghi tralci, in attesa della potatura invernale, e si rincalzano le radici, permettendone la protezione durante l’inverno.
E si ricomincia!
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